Angelica Riboni • 28 febbraio 2019

GRAVIDANZA, SENSAZIONI, L’ISTINTO DI UNA MAMMA.

Quando ancora non sapevamo...

Acquarello di Angelica gennaio 2013

Quante volte ci capita di sentire una vocina che ci dice: Stai attento! Rifletti su ciò che stai facendo! Ascolta il tuo sentire! Dovresti provare! Fallo! Dormi! Balla! Impegnati!...


Lo possiamo chiamare istinto, qualcuno dice che siano premonizioni altri le chiamano casualità…


L’istinto di mamma è un aspetto al quale spesso non si presta abbastanza attenzione, in realtà è l’istinto in generale che viene sottovalutato quando invece è quella parte di noi che sente ciò che è vero!
I condizionamenti esterni, i troppi pensieri ed i troppi impegni ci tengono legati ad azioni che sono fuori da noi e ci allontanano dal nostro sentire…


A me piace pensare che:

-      le coincidenze non esistano

-      siamo noi a creare la nostra realtà

-      nulla avviene per caso

 

Così la mia terza gravidanza, arrivata inaspettatamente al compimento dei miei 40 anni, mi ha spinto a scegliere di viverla totalmente nel sentire.


Frequentavo da un anno un corso di pittura antroposofica (Rudolf Steiner) e il giorno in cui ho dipinto questo acquarello ancora non sapevo di essere già incinta… era gennaio del 2013, ho compreso che eri tu solo mesi dopo…


Il giorno in cui ho scoperto di essere incinta avevo già in mano il biglietto per un viaggio di 18 giorni in Thailandia, sarei partita con Marina Borruso per fare 10 giorni di meditazione in acqua (conoscete il libro "Il potere di Adesso" di Eckhart Tolle? Se non l’avete letto, leggetelo!) e poi sarei andata in un centro per il riequilibrio bio-energetico  …era da più di un anno che aspettavo questo momento!

La mattina in cui ho fatto il test sono andata subito a fare l’ecografia, la camera gestazionale era posizionata bene ma era ancora vuota! Era troppo presto!

Subito il pensiero mi ha riportato ad alcune lezioni che avevo seguito sulla scienza vedica… è proprio vero che IL TUTTO NASCE DAL NULLA!


Decisi così di non partire e dopo poco ho avuto il distacco della placenta che mi ha portato a rimanere a letto per ben 3 mesi!

I primi giorni ho pensato che forse, se fossi partita per il mio viaggio, non mi sarebbe successo poi mi sono resa conto che il mio sentire non era quello, era la mente razionale che mi spingeva a pensare ai se ed ai ma.

Il mio sentire, invece, mi portava ad usare quei lunghi giorni nel letto come un dono che mi dava la possibilità di iniziare ad avere un rapporto intimo con la mia nuova creatura!

Ho iniziato a leggere “I nove scalini” di Daniel Meurois e Anne Givaudan, avevo preso quel libro anni prima, mi affascina da sempre tutto ciò che riguarda la spiritualità, la reincarnazione, l’anima… (ma questo è un altro “capitolo”!)


Ho deciso quindi di vivere questo periodo “allettata” come una occasione, essendo mamma di altre due fanciulle sarei stata fagocitata dagli impegni delle mie bimbe e dalle cose da fare, dal lavoro… in questo modo invece, Olivia e Caterina si sono rese molto più autonome, abbiamo avuto molte occasioni di farci tante coccole e chiacchiere nel lettone ed io ho potuto usare il tempo per meditare con Amelia ed iniziare ad avere con lei un rapporto veramente speciale!


Dopo quei tre mesi ho ricominciato a fare una vita normale, portando però sempre con me il bisogno di ritagliare momenti di intimità in cui io e “la mia pancia” potevamo sentirci e coccolarci.

Ho scelto di non fare né l’amniocentesi né la villocentesi, avevamo già preso la stessa decisione durante la gravidanza di Caterina e Olivia, certo, ora avevo 10 anni in più, però il pensiero è sempre stato che le gravi malformazioni o problematiche si vedono anche dalle ecografie, morfologia e tri-test per noi erano più che sufficiente per stare tranquilli.

Non so per quale ragione non sono andata a fare il tri-test dove conoscevo l’ecografista, persona meravigliosa e bravissima che mi ha sempre dato molta sicurezza, ho voluto andare altrove, il test è risultato negativo, nella morfologica era tutto ok.


Incinta di 5 mesi, a maggio, sono andata a far visita a Carla Zappella, una sciamana che fa sedute meravigliose nelle quali vengono alla luce aspetti che riguardano la nostra vita passata, presente e futura. Carla mi ha parlato di mia nonna (descrivendomi la sua casa nel dettaglio) e del legame al femminile della mia famiglia e poi mi ha detto: ”Questa creatura che sta per nascere arriva da un’esperienza di vita passata molto dolorosa, viene nella vostra vita per scoprire che cos’è l’amore e la gioia, amatela incondizionatamente e tenete sempre presente questa cosa anche quando i primi mesi sarà agitata e non dormirà. Ha profondi motivi per esserlo, rassicuratela nell’amore, è questo che vi chiede”.

 

Sono partita per la Puglia a giugno, Amelia sarebbe nata a metà settembre con terzo cesareo programmato.


In Puglia avevamo appena preso un meraviglio complesso di trulli che avremmo dovuto restaurare con l’idea di ospitare gruppi di meditazione, recitazione, pittura, ecc.
Sapevamo che la ristrutturazione avrebbe richiesto un paio d’anni, quindi decisi di iniziare a fare piccoli interventi estetici fai da te!
La mia pancia mi dava molta forza e determinazione, ho dipinto mobili e muri, ho piantato piante e montato librerie, sentivo di avere una spinta in più!


Dormivo poco, nel letto avevo dolori di schiena e spesso mi svegliavo all’alba, questo però non mi è pesato, anzi, ogni mattina uscivo dal trullo, mi mettevo nel patio a guardar sorgere il sole sul mare, meditavo, ascoltavo i rumori del risveglio della natura, respiravo profondamente e restavo in ascolto delle sensazioni del mio corpo…

In questa condizione di totale ascolto e serenità però non avevo la sensazione di riuscire a comprendere tutto, sentivo che c’era qualcosa di poco chiaro, non sapevo cosa fosse ma l’istinto mi portava a parlare con Ettore e le bambine dell’ipotesi che Amelia avesse qualche tipo di problematica, spesso dicevo: “Vero bambine che vorremo tanto bene ad Amelia anche se avrà qualche problema?” loro mi dicevano di stare calma ma la sensazione non se ne andava!


Durante tutte le vacanze ho fatto una vita molto tranquilla e quasi sempre a casa, sentivo di voler proteggere “la mia pancia”!
Gli amici e i miei genitori passavano spesso a trovarci, non ho certo sofferto di solitudine!


Arrivata al 20 di agosto ho voluto anticipare il rientro a Roma, anche in questo momento, non c’è stato un perché specifico, era una sensazione che arrivava “dalla pancia” e che mi spingeva a tornare a casa!


Il cesareo era fissato per il giorno 16 settembre, il giovedì 5 settembre ho voluto andare a fare una ecografia di controllo… avevo un’amica a casa con me, Monica, le ho chiesto di accompagnarmi, era la seconda volta che veniva ad assistere ad una mia ecografia, mi piaceva andare con lei perché mi dava serenità e si creava un clima scherzoso.


Quando l’ecografista mi ha vista mi ha detto: “Cosa ci fa lei qui con questa pancia?” gli ho risposto: “Non sono tranquilla… ho bisogno di sapere che sia tutto ok! Sarà l’età, forse sono diventata un po’ ansiosa, controlliamo che abbia le mani e che tutto il resto in ordine? Se c’è un problema preferisco scoprirlo prima che nasca…”
Lui mi dice: “Abbiamo fatto la morfologica, era tutto in ordine, signora, non po’ essere sparita una mano!”


Mi fa l’ecografia, è bravissimo, è quello da cui NON sono andata a fare il tri-test, oggi capisco per quale ragione: probabilmente lui avrebbe visto che c’era qualcosa di anomalo e forse avremmo vissuto la gravidanza con più ansie e pensieri…

Comunque, era il 5 settembre, faccio l’ecografia e mi dice, che secondo lui, c’è qualcosa che non va! Non sa dirmi nulla di specifico, mi dice di andare a casa, preparare la borsa, chiamare il mio ginecologo e andare in ospedale! “In fin dei conti” dice “se il cesareo è fissato per il 16 si può anticiparlo anche al 7 settembre, qual è il problema?”


Bene, Monica sarebbe dovuta andare via, Ettore non era a Roma, i miei genitori erano a Milano, a casa doveva arrivare Donatella, un’altra amica, per fare quattro chiacchiere, così, la cara Donatella si è trovata in ospedale fino a notte fonda a poi a prendersi cura delle mie ragazze grandi!


Amelia è nata domenica 8 settembre alle 9.30 della mattina!

Stava bene, era un piccolo ragnetto di 2,650kg!


Al nostro amico Corrado, il pediatra, non ho mai smesso di chiedere se andava tutto bene, anche in sala operatoria, sia prima che dopo la nascita. Ho chiesto insistentemente di dirmi se era tutto ok… e per lui, in un primo momento, lo era!
È un caro amico, ha fatto fotografie ad Ettore mentre tagliava il cordone, era felice e ci era molto vicino.

Mi dice: “Angè, se non fosse tutto ok sarei qui a farvi fotografie?! Stai serena!”


Quando è tornato nel pomeriggio per dirci che c’era il sospetto che Amelia avesse la Sindrome di Down, per me non è stata una sorpresa!


L’ho guardata, l’ho accarezzata e l’ho ringraziata di avermi abituata all’idea durante quei magici 9 mesi!


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Questo un tema che mi sta particolarmente a cuore da sempre e ancor più da quando Amelia è entrata nella mia vita ed ho iniziato a chiedermi: perché il "suo essere con Sindrome di Down" viene considerato come "un essere che ha qualcosa in meno degli altri" e poi, chi sono questi altri così uguali tra loro? Il metro di misura è l'intelligenza? E quale? Di quella emotiva Amelia ne è ampiamente provvista... per quanto riguarda la memoria... è un computer... e la capacità di far ridere... non è considerata segno di intelligenza? Mi piace pensarla così: In un mondo in cui l'omologazione e la necessità di sentirsi come gli altri la fa da padrone, essere "come Amelia" è una gran fortuna! A lei non interessa come sei o cosa pensi di lei, si ama e non si pone il problema. Da qui, da lei, nasce il mio pensiero che mi spinge a sviluppare progetti che valorizzino le diversità di ciascuno così che possano diventare ricchezza per tutti (to be continued) Nel frattempo, se sei curioso, visita la pagina " Il bello è G-local " del sito dell'Associazione Torre dell'OCA
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