Angelica Riboni • 12 aprile 2019
Pensare di essere tutti DIVERSI e UNICI... ci può aiutare a includere? E includere la diversità dell'altro, può portarci ad accettare meglio le nostre diversità?
Essere uno diverso dall'altro: l'unica maniera di essere!
Questo un tema che mi sta particolarmente a cuore da sempre e ancor più da quando Amelia è entrata nella mia vita ed ho iniziato a chiedermi: perché il "suo essere con Sindrome di Down"
viene considerato come "un essere che ha qualcosa in meno degli altri"
e poi,
chi sono questi altri così uguali tra loro?
Il metro di misura è l'intelligenza? E quale? Di quella emotiva Amelia ne è ampiamente provvista... per quanto riguarda la memoria... è un computer... e la capacità di far ridere... non è considerata segno di intelligenza?
Mi piace pensarla così: In un mondo in cui l'omologazione e la necessità di sentirsi come gli altri la fa da padrone, essere "come Amelia" è una gran fortuna! A lei non interessa come sei o cosa pensi di lei, si ama e non si pone il problema. Da qui, da lei, nasce il mio pensiero che mi spinge a sviluppare progetti che valorizzino le diversità di ciascuno così che possano diventare ricchezza per tutti
(to be continued)
Nel frattempo, se sei curioso, visita la pagina "Il bello è G-local" del sito dell'Associazione Torre dell'OCA

Oggi ho letto questo articolo del grande filosofo Umberto Galimberti: "PER EDUCARE DAVVERO SERVONO CLASSI DI 12/15 RAGAZZI" (fonte - https://portalebambini.it/galimberti-numero-studenti/ ) leggetelo se avete figli o se lavorate nel mondo dell'istruzione, educazione ma anche se siete zii, nonni, madrine, padrini...leggetelo insomma!